Endometriosi


L'endometriosi è una malattia cronica che può debilitare la qualità della vita della donna, colpisce il 10-12% delle donne in età fertile, indipendentemente dall'aver avuto una gravidanza, con un potenziale impatto negativo sulla fertilità nel 30-50% dei casi.

L'infertilità può essere dovuta a fattori meccanici (modifiche anatomiche), alterazioni dell'attività ovarica, alterazioni del micro-ambiente peritoneale, disregolazione immunitaria. E' stata spesso riscontrata una diminuzione della riserva ovarica, con conseguenti problemi di infertilità e di menopausa precoce.

L'endometriosi può definirsi una malattia infiammatoria che colpisce il tessuto endometriale in siti ectopici, ovvero le cellule endometriali normalmente presenti nella cavità uterina (l'endometrio è il tessuto che riveste la parete interna dell'utero) possono presentarsi in altre zone del corpo, in particolare le ovaie, le tube, il peritoneo, la vagina, l'intestino.

La sua sintomatologia dolorosa è caratterizzata da mestruazioni dolorose (dismenorrea), dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e dolore pelvico cronico (nel 70% dei casi). Il dolore pelvico è un dolore che si sviluppa nella parte inferiore della pancia, al di sotto dell'ombelico. Il dolore pelvico può essere acuto (la cui durata non va oltre i 2-3 mesi) o cronico (oltre i 6 mesi).

L'endometriosi può essere molto invalidante e correlarsi a vissuti di ansia e depressione.

Venne scoperta per la prima volta nel 1860 da Karl von Rokitansky ma nel 1925 fu coniato il termine "endometriosi" da John Sampson, che già nel 1921 aveva cercato di dare una spiegazione  attraverso la sua Teoria delle mestruazioni retrograde ovvero che il sangue mestruale dalle tube si dirige al peritoneo per delle contrazioni dissinergiche.

L'endometriosi può essere: ovarica, superficiale o profonda (1-2% delle donne in età riproduttiva). L'endometriosi profonda riguarda il connettivo pelvico intorno all'utero basso o alla vagina o tra la vagina e il retto o tra la vagina e la vescica.

Si differenzia in 4 stadi:

  1. endometriosi minima
  2. endometriosi lieve
  3. endometriosi moderata
  4. endometriosi grave.

I possibili fattori di rischio sono vari e diversi, anche se l'eziopatogenesi non è stata ancora chiarita:

  • la storia ostetrica-ginecologica
  • la storia familiare
  • lo stato socio-economico
  • lo stile di vita
  • l'alimentazione
  • la composizione corporea
  • l'esposizione ad agenti tossici (diossina)
  • l'attività fisica
  • i contracccettivi orali.


Gli obiettivi della terapia sono: dare sollievo al dolore, limitare la progressione della malattia, ripristinare e preservare la fertilità.
La terapia può essere medica, chirurgica o combinata.
La terapia medica riguarda l'utilizzo di alcuni farmaci (GnRH) che bloccano gli ormoni ovarici da parte dell'ipofisi, creando così una situazione temporanea tipica della menopausa. Per ridurre i sintomi tipici della menopausa si possono associare piccole dosi di terapia con ormoni femminili. Come antidolorifici si utilizzano soprattutto FANS.
La pillola contraccettiva a basso dosaggio ha solo l'effetto di alleviare i sintomi.
La terapia chirurgica, conservativa, può riguardare l'asportazione sia dei singoli focolai sia delle ovaie e tube nelle situazioni più gravi.
La laparoscopia (dal greco laparo cioè addome e skopeo cioè osservo) permette, attraverso una piccola incisione, di guardare direttamente gli organi riproduttivi nell'addome e pelvi.